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Capitolo 16.   nanoLinux: introduzione

nanoLinux (1) è il nome di un sistema GNU/Linux adattato in modo da poter funzionare senza bisogno di installazione, realizzato originariamente come strumento multiuso di emergenza. Si distinguono diversi livelli di nanoLinux attraverso un numero romano, dove nanoLinux I rappresenta quello minimo e nanoLinux IV rappresenta invece quello più alto.

I primi lavori con il nome nanoLinux sono del 1997. Il sito NanoLinux raggiungibile all'indirizzo <http://www.nanolinux.com> non ha nulla a che vedere con questi lavori.

Questo capitolo riguarda nanoLinux nelle versioni autoavviabili per CD-ROM o DVD-ROM (II, III e IV), che è una distribuzione GNU/Linux Debian, per architettura i386, adattata allo scopo. Eventualmente nanoLinux può essere installato anche all'interno di una partizione di un disco fisso, inoltre può essere riportato lentamente allo stato di una distribuzione GNU/Linux Debian pura e semplice.

Per poter funzionare correttamente, nanoLinux III richiede molta memoria centrale (RAM); precisamente servono almeno 128 Mibyte. Di conseguenza, nanoLinux II può funzionare con risorse inferiori, mentre nanoLinux IV ne potrebbe richiedere di più.

A differenza di altri CD-ROM o DVD-ROM autoavviabili che contengono un sistema GNU/Linux, nanoLinux cerca di utilizzare il minor numero possibile di artifici, allo scopo di consentire all'utilizzatore la modifica e la riproduzione di CD-ROM e DVD-ROM simili in modo semplice.

L'obiettivo di nanoLinux è prevalentemente didattico, per la diffusione di Appunti di informatica libera e per l'apprendimento dei rudimenti di un sistema Unix. A partire da nanoLinux III sono disponibili alcune applicazioni grafiche, con un'impostazione predefinita per un dispositivo di puntamento corrispondente a un mouse PS/2 (che però si può configurare facilmente).

La latenza dei lettori CD può creare delle situazioni di stallo quando si affollano troppe attività. A partire da nanoLinux III, il sistema operativo che si ottiene durante il funzionamento da CD-ROM offre alcuni servizi di rete impegnativi (per esempio offre la condivisione della stampante), ma utilizzando questi servizi il problema della latenza dei lettori CD si manifesta in modo più grave. Per attenuare questo problema, può aiutare la disponibilità di una maggiore quantità di memoria centrale.

16.1   Preparazione

nanoLinux potrebbe essere distribuito direttamente in forma di CD-ROM o DVD-ROM, oppure attraverso file che contengono l'immagine del disco da riprodurre. Il file contenente l'immagine del CD o del DVD da realizzare viene distribuito normalmente in forma compressa. Se questo file è molto grande, viene anche suddiviso in porzioni più piccole per facilitare le operazioni di scarico dalla rete.

Il file usato per contenere l'immagine del CD o del DVD potrebbe avere un nome simile ai modelli seguenti, che si riferiscono ai livelli da II a IV:

nLinux-II.edizione.iso9660.gz

nLinux-III.edizione.iso9660.gz

nLinux-IV.edizione.iso9660.gz

Per riportare il file allo stato originale, disponendo di un sistema operativo Unix, si procede semplicemente come nell'esempio seguente, dove si fa riferimento al livello III:

gunzip nLinux-III.edizione.iso9660.gz[Invio]

In tal caso si ottiene il file nLinux-III.edizione.iso9660, pronto per il CD (nel capitolo 82 è trattato il problema della masterizzazione di CD).

Se però il file in questione risulta suddiviso, per i motivi già esposti, si trovano probabilmente una serie di file del tipo:

nLinux-III.edizione.iso9660.gz.nnnn

In pratica, il nome del file ha un'estensione costituita da un numero di quattro cifre. Supponendo che al posto del file nLinux-III.edizione.iso9660.gz ci siano i file da nLinux-III.edizione.iso9660.gz.0001 a nLinux-III.edizione.iso9660.gz.0005, si potrebbe ottenere il file-immagine originale, pronto per la produzione del disco con il comando seguente:

cat nLinux-III.edizione.iso9660.gz.* \
  \| gunzip > nLinux-III.edizione.iso9660
[Invio]

La riproduzione del CD-ROM o del DVD-ROM di nanoLinux, come di qualunque disco autoavviabile, richiede un CD o un DVD vergine di buona qualità, perché il lettore che si utilizza viene sottoposto a un lavoro molto intenso; inoltre, anche se un CD o un DVD di bassa qualità può risultare leggibile in condizioni normali, spesso diventa impossibile ottenere con questo l'avvio automatico del sistema.

Quando finalmente si dispone del CD-ROM o del DVD-ROM di nanoLinux, occorre comunque ricordare di controllare la configurazione del firmware (il BIOS), dove si deve vedere che la prima unità a essere presa in considerazione per l'avvio del sistema è il lettore CD-ROM.

Figura 16.1. Ecco come potrebbe apparire la configurazione del firmware per fare in modo che si avvii prima il CD-ROM del sistema contenuto nel disco fisso.

    Boot drive sequence:
        1st. ----------------------------- [CD-ROM]
        2nd. ----------------------------- [Floppy disk]
        3rd. ----------------------------- [Hard Disk]

Figura 16.2. In un firmware più vecchio, la voce per indicare la sequenza di avvio potrebbe essere unica. In questo caso, la lettera «A» rappresenta il dischetto, mentre la lettera «C» rappresenta il disco fisso.

    Boot sequence:         [CD-ROM,A,C]

16.1.1   Dischetto di avvio in caso di emergenza

Nel caso si intenda utilizzare nanoLinux anche con un elaboratore in cui non è possibile configurare l'avvio da CD-ROM, è possibile riprodurre un dischetto di avvio, che però contiene un kernel ridotto, in cui potrebbero mancare funzionalità importanti.

Il kernel standard di nanoLinux è molto grande per ridurre al minimo i problemi causati dalla necessità di caricare moduli durante il funzionamento. Data la dimensione di questo kernel, per realizzare un dischetto di avvio è necessario predisporre un kernel più piccolo.

Il dischetto di avvio di emergenza è lo stesso usato per nanoLinux II, III e IV, inoltre è anche lo stesso dischetto che si usa per avviare nanoLinux I (che è un sistema basato principalmente su dischetti da 1 440 Kibyte). Pertanto, tra le voci del menù di avvio è disponibile anche fd0, che serve appunto per nanoLinux I.

Il file contenente l'immagine del dischetto si trova nella directory radice del CD-ROM o del DVD-ROM, con il nome boot.img. Da un sistema GNU/Linux è possibile ottenere facilmente una copia di questo dischetto, a partire dall'immagine, con un comando simile a quello seguente:

cp boot.img /dev/fd0[Invio]

Se si dispone di un sistema Dos o MS-Windows, si può sfruttare lo script MKBOOT.BAT che a sua volta si avvale del programma RAWRITE2.EXE, entrambi collocati nella directory radice del CD-ROM o del DVD-ROM:

D:\> MKBOOT.BAT[Invio]

Nell'esempio appena mostrato si suppone che il CD-ROM o il DVD-ROM corrisponda all'unità D:.

Nella directory radice del disco ci sono anche altri file il cui nome corrisponde al modello rootn.img. Si tratta dei file-immagine necessari per riprodurre una copia di nanoLinux I. Eventualmente, anche per questi file ci sono altrettanti script del tipo MKROOTn.BAT, che consentono di riprodurre tali dischetti comodamente da un sistema Dos o MS-Windows:

D:\> MKROOT1.BAT[Invio]

D:\> MKROOT2.BAT[Invio]

D:\> ...

16.2   Avvio e arresto del sistema

A seconda del livello di nanoLinux, si può presentare un logo grafico, oppure soltanto un testo esplicativo.

messaggio introduttivo

A ogni modo, il sistema di avvio di nanoLinux prevede di indicare una sigla che rappresenta l'unità in cui si trova il CD-ROM o il DVD-ROM stesso, per poter passare al kernel l'indicazione di quale file system montare per avviare il sistema. Eventualmente, nella maggior parte delle situazioni dovrebbe andare bene anche la sigla auto, che però rende inaccessibile un eventuale disco fisso secondario del primo bus ATA (/dev/hdb).

Il file principale del kernel di nanoLinux dispone di molte funzionalità, pertanto potrebbe essere utilizzato anche solo per avviare un sistema operativo su una partizione di un disco fisso, che ha tutto, tranne un meccanismo di avvio funzionante.

Supponendo che il disco sia inserito in un lettore corrispondente al file di dispositivo /dev/hdc, al momento dell'avvio è necessario inserire la sigla hdc:

boot: hdc[Invio]

Eventualmente, come già accennato, si può tentare la sigla auto:

boot: auto[Invio]

Se si utilizza la sigla auto, le unità che normalmente sarebbero accessibili con i file di dispositivo da /dev/hdb in poi, si raggiungono invece con /dev/sr0, /dev/sr1,... ammesso che si tratti di unità CD o DVD. Tuttavia, se esistono unità a disco normali in corrispondenza di tali file di dispositivo, questi non sono più accessibili dopo l'avvio in questo modo.

Se si preme solo [Invio], senza l'indicazione di alcuna sigla, si ottiene l'avvio di quanto previsto nel primo disco fisso, che potrebbe contenere un altro sistema operativo. In questo modo, se si vuole lasciare il CD-ROM o il DVD-ROM di nanoLinux nel lettore, questo non dovrebbe dare disturbo anche per l'uso normale del proprio elaboratore.

Trattandosi di un kernel voluminoso, la fase iniziale di verifica dei dispositivi esistenti è abbastanza lunga;(2) inoltre, la fase successiva della procedura di inizializzazione del sistema (Init) può mostrare degli errori, normalmente innocui, a causa della presenza di un file system in sola lettura.

Se per qualche ragione la sigla auto non si può utilizzare (o non funziona), se non si sa qual è il file di dispositivo corrispondente al lettore CD o DVD, si possono fare dei tentativi, sapendo che se si sbaglia, il kernel si blocca con un kernel panic, specificando che non è in grado di montare quel tale dispositivo.

In presenza di un lettore che non sia in condizioni perfette di funzionamento, oppure utilizzando una copia di nanoLinux su un disco che non ha le caratteristiche ottimali richieste, anche se si riesce ad avviare il CD-ROM o il DVD-ROM, si rischia di non arrivare alla fine della procedura di avvio, terminando, anche in questo caso, con un kernel panic.

Come accennato, quando si utilizza il sistema da CD-ROM o da DVD-ROM, la procedura di avvio potrebbe mostrare diversi errori dovuti alla presenza di un file system in sola lettura. Questi errori inevitabili non sono stati oscurati, sia per dare una possibilità in più di comprendere cosa succede nel sistema, sia per consentire di individuare altri errori che potrebbero rappresentare realmente un problema.

Quando si conclude la fase di avvio, il sistema si presenta come una distribuzione GNU/Linux comune, con le solite console virtuali a disposizione, dove è necessario identificarsi nel modo consueto. È previsto l'utente root e alcuni utenti comuni (tizio, caio, sempronio, mevio, filano, martino e calpurnio). Tutte queste utenze sono associate inizialmente alla parola d'ordine nano, che può essere modificata successivamente nei modi consueti:

nanohost login: root[Invio]

Password: nano[Invio](3)

Oppure:

nanohost login: tizio[Invio]

Password: nano[Invio](4)

Nello stesso modo si procede con le altre utenze.

Se si intende utilizzare nanoLinux per accedere alla rete, è necessario configurare l'interfaccia o le interfacce di rete (si vedano eventualmente i 137, 138 e 139). nanoLinux prevede un certo tipo di organizzazione a proposito della configurazione della rete, pertanto può essere conveniente l'uso del comando nanorc network config, da usare con i privilegi dell'utente root.

In generale, nanoLinux non tenta di montare i dischi presenti nell'elaboratore, ma eccezionalmente, se la prima partizione del primo disco fisso contiene un file system compatibile che sembra ospitare un sistema Dos o MS-Windows, questa viene montata in /mnt/hda1/, risultando accessibile anche attraverso i collegamenti /dos/ e /win/ indifferentemente.

Se si vuole utilizzare la grafica, la si deve avviare manualmente, ma ciò conviene farlo solo in qualità di utente comune:

startx[Invio]

Se si vuole consentire a un docente di controllare il proprio lavoro da una stazione remota, conviene usare sharedx:

sharedx[Invio]

Si osservi che sia startx, sia lo script sharedx, se avviati dal CD-ROM o da DVD-ROM, non devono essere messi sullo sfondo, perché in tal caso richiedono di specificare il tipo di adattatore grafico, suggerendo anche quanto appare dall'elenco che si otterrebbe attraverso lspci.

Figura 16.4. Come si presentano startx e sharedx quando vengono avviati dal CD-ROM o dal DVD-ROM.

.---00:12.0 VGA compatible controller: S3 Inc. ViRGE/DX or /GX (rev 01)-----.
| Please, select one of the following video adapters:                       |
| .-----------------------------------------------------------------------. |
| |   vesa           default                                              | |
| |   apm            /usr/X11R6/lib/modules/drivers/apm_drv.o             | |
| |   ark            /usr/X11R6/lib/modules/drivers/ark_drv.o             | |
| |   ati            /usr/X11R6/lib/modules/drivers/ati_drv.o             | |
| |   atimisc        /usr/X11R6/lib/modules/drivers/atimisc_drv.o         | |
| |   chips          /usr/X11R6/lib/modules/drivers/chips_drv.o           | |
| |   cirrus         /usr/X11R6/lib/modules/drivers/cirrus_drv.o          | |
| |   cyrix          /usr/X11R6/lib/modules/drivers/cyrix_drv.o           | |
| |   dummy          /usr/X11R6/lib/modules/drivers/dummy_drv.o           | |
| |   fbdev          /usr/X11R6/lib/modules/drivers/fbdev_drv.o           | |
| |   glide          /usr/X11R6/lib/modules/drivers/glide_drv.o           | |
| |   glint          /usr/X11R6/lib/modules/drivers/glint_drv.o           | |
| |   i128           /usr/X11R6/lib/modules/drivers/i128_drv.o            | |
| |   i740           /usr/X11R6/lib/modules/drivers/i740_drv.o            | |
| |   i810           /usr/X11R6/lib/modules/drivers/i810_drv.o            | |
| |   imstt          /usr/X11R6/lib/modules/drivers/imstt_drv.o           | |
| |   mga            /usr/X11R6/lib/modules/drivers/mga_drv.o             | |
| `---v(+)----------------------------------------------------------------' |
|---------------------------------------------------------------------------|
|                     <  OK   >            <Cancel>                         |
`---------------------------------------------------------------------------'

Oltre alla richiesta del tipo di adattatore grafico, lo script si occupa di chiedere quale tipo di mappa per la tastiera si intende utilizzare durante il funzionamento della sessione di lavoro grafica. La prima voce suggerita dipende dalla configurazione precedente o dall'impostazione della variabile di ambiente LANG:

Figura 16.5. Richiesta successiva di specificare la mappa della tastiera.

.-------------Select the X keyboard---------------.
| Please, select one of the following keyboard    |
| maps:                                           |
| .---------------------------------------------. |
| |   it          suggested                     | |
| |   us          U.S. English                  | |
| |   en_US       U.S. English w/ ISO9995-3     | |
| |   us_intl     U.S. English w/ deadkeys      | |
| |   al          Albanian                      | |
| |   ar          Arabic                        | |
| |   am          Armenian                      | |
| |   az          Azerbaidjani                  | |
| |   by          Belarusian                    | |
| |   be          Belgian                       | |
| |   ben         Bengali                       | |
| |   br          Brazilian                     | |
| |   bg          Bulgarian                     | |
| |   mm          Burmese                       | |
| |   ca          Canadian                      | |
| |   hr          Croatian                      | |
| `---v(+)--------------------------------------' |
|                                                 |
|-------------------------------------------------|
|            <  OK   >         <Cancel>           |
`-------------------------------------------------'

Infine, deve anche essere specificata la risoluzione in abbinamento alle frequenze di scansione. Anche in questo caso, la prima voce suggerita dipende dalla configurazione precedente:

Figura 16.6. Risoluzione e frequenze di scansione dello schermo.

.-------------Screen frequencies and color depth--------------.
| Please, select one of the following screen frequencies and  |
| color depth combinations.                                   |
| The value on the left are: horizontal frequency in kHz,     |
| vertical frequency in Hz and number of bit per pixel.       |
| Please note that the ranges with high frequencies are very  |
| dangerous for you screen if it cannot handle them:          |
| .---------------------------------------------------------. |
| |     30-50;  50-90; 16   suggested                       | |
| |      31.5;     60;  4   640x480  4 bit/pixel (VGA)      | |
| |      31.5;     60;  8   640x480  8 bit/pixel            | |
| |      31.5;     60; 16   640x480 16 bit/pixel            | |
| |      31.5;     60; 24   640x480 24 bit/pixel            | |
| |     30-36;  50-60;  8   800x600  8 bit/pixel            | |
| |     30-36;  50-60; 16   800x600 16 bit/pixel            | |
| |     30-36;  50-60; 24   800x600 24 bit/pixel            | |
| |     30-50;  50-70;  8  1024x768  8 bit/pixel            | |
| |     30-50;  60-70; 16  1024x768 16 bit/pixel            | |
| |     30-50;  60-70; 24  1024x768 24 bit/pixel            | |
| |     30-50;  50-80;  8  1024x768  8 bit/pixel            | |
| `-----v(+)------------------------------------------------' |
|-------------------------------------------------------------|
|                 <  OK   >          <Cancel>                 |
`-------------------------------------------------------------'

Al termine dell'utilizzo del sistema, si può chiudere con il solito:

shutdown -h now[Invio]

Tuttavia, se non sono stati montati dei dischi con dati sensibili, lo spegnimento diretto dell'elaboratore non dovrebbe portare delle conseguenze negative, perché il CD-ROM o DVD-ROM non può alterarsi. Si osservi comunque che la combinazione [Ctrl+Alt+Canc] è stata associata all'avvio della procedura di arresto del sistema, pertanto in tal modo non si ottiene il riavvio, come invece avviene di solito.

Al termine del funzionamento, non viene offerta l'espulsione del disco; tuttavia nanoLinux non dovrebbe interferire con l'avvio del sistema previsto nel primo disco fisso, in questo caso potrebbe rimanere stabilmente nel lettore.

Tabella 16.1. Alcune sigle che possono essere usate per controllare l'avvio del CD-ROM o del DVD-ROM.

Sigla Comportamento
Se non si indica nulla, viene avviato il sistema installato nel primo disco fisso.

auto

Avvia il kernel di nanoLinux, tentando di montare la prima unità CD-ROM o DVD-ROM.

hda

Avvia il kernel di nanoLinux per montare la prima unità ATA (potrebbe essere un lettore CD-ROM collocato da solo in un elaboratore senza disco fisso).

hdb

Avvia il kernel di nanoLinux per montare la seconda unità ATA (potrebbe essere un lettore CD-ROM).

hdc

Avvia il kernel di nanoLinux per montare la terza unità ATA (potrebbe essere un lettore CD-ROM).

hdd

Avvia il kernel di nanoLinux per montare la quarta unità ATA (potrebbe essere un lettore CD-ROM).

hda1...hda7

hdb1...hdb7

hdc1...hdc7

hdd1...hdd7

Avvia il kernel di nanoLinux per montare una partizione di un disco ATA, corrispondente al file di dispositivo /dev/sigla. Ciò può essere utile per avviare un sistema GNU/Linux già installato ma che non si avvia da solo.

80

Avvia il sistema operativo installato nel primo disco fisso.

81

Avvia il sistema operativo installato nel secondo disco fisso.

16.3   Installazione nel disco fisso

nanoLinux può essere installato in una partizione di un disco fisso, manualmente, come punto di partenza per una distribuzione GNU/Linux Debian da estendere successivamente, attraverso l'installazione di altri pacchetti.

Per fare questo è disponibile fdisk, con cui si deve predisporre una partizione per la memoria virtuale (tipo 8216) e una per il file system (tipo 8316). Il procedimento per intervenire in questo modo è descritto nel capitolo 10. Eventualmente si può usare anche parted per ridimensionare le partizioni già esistenti.

Quando si va a modificare la suddivisione in partizioni di un disco, occorre prima accertarsi di non utilizzarlo. L'errore più frequente che si commette sta nel dimenticare attiva una partizione per la memoria di scambio. Si può verificare facilmente questo fatto con l'uso del comando free. A ogni modo, se ci si dimentica di questo o di altri accessi al disco, al termine delle modifiche, queste non sono prese in considerazione dal sistema, pertanto si può essere costretti a riavviare, o a ripeterle dopo che gli accessi sono stati esclusi.

Supponendo di avere definito la partizione corrispondente a /dev/hda1 per la memoria virtuale e /dev/hda2 per il file system, si deve procedere successivamente alla loro inizializzazione:

mkswap /dev/hda1[Invio]

mkfs.ext3 /dev/hda2[Invio]

Al termine si può montare la partizione che deve contenere il file system, per poi iniziare a copiarvi all'interno il contenuto del CD-ROM o del DVD-ROM. Tuttavia, la copia non può avvenire lasciando tutto così come si trova nel disco di partenza, perché occorre spostare qualcosa. Pertanto, per facilitare questa operazione e per garantire di ricreare tutto quello che serve, basta usare il comando seguente, indicando il file di dispositivo corrispondente alla partizione di destinazione, che deve essere stata preparata e inizializzata come è già stato mostrato:

nanorc nanolinux install[Invio]

Figura 16.7. Il comando nanorc nanolinux install richiede di specificare il file di dispositivo corrispondente alla partizione nella quale installare il CD-ROM.

.-nanoLinux III installation-.
| Please insert the device   |
| file for the disk          |
| partition used as the      |
| destination:               |
| .------------------------. |
| |/dev/hd...              | |
| `------------------------' |
|----------------------------|
|   <  OK  >    <Cancel>     |
`----------------------------'

Purtroppo, alcuni lettori CD che all'apparenza sono perfettamente funzionanti, non leggono bene il contenuto del disco, eliminando dei rami interi di directory, arrivando a volte anche a trasformare delle directory in file eseguibili vuoti. È importante tenere presente questo fatto quando si utilizza nanoLinux, ma soprattutto quando si cerca di installarlo, perché ciò che si ottiene potrebbe essere solo una copia parziale del disco originale.

La copia richiede un certo tempo. Quando si può verificare che il contenuto della directory boot/ è stato copiato, si può procedere in un'altra console virtuale a installare il sistema di avvio, che si avvale di GRUB. Si continua a supporre di installare la copia di nanoLinux nella partizione corrispondente al file di dispositivo /dev/hda2:

grub[Invio]

grub> root (hd0,1)[Invio]

 Filesystem type is ext2fs, partition type 0x83

grub> setup (hd0)[Invio]

 Checking if "/boot/grub/stage1" exists... yes
 Checking if "/boot/grub/stage2" exists... yes
 Checking if "/boot/grub/e2fs_stage1_5" exists... yes
 Running "embed /boot/grub/e2fs_stage1_5 (hd0)"...  16 sectors are embedded.
succeeded
 Running "install /boot/grub/stage1 (hd0) (hd0)1+16 p (hd0,1)/boot/grub/stage2
/boot/grub/menu.lst"... succeeded
Done.

grub> quit[Invio]

In questo modo viene installato un menù di avvio generico, con il quale si deve specificare la partizione da avviare. Volendo si può modificare il file boot/grub/menu.lst per le proprie esigenze, soprattutto se si intende avviare anche un altro sistema operativo (si veda il capitolo 27 per la descrizione dell'utilizzo di GRUB).

In generale è sconsigliabile tentare di far convivere due sistemi operativi diversi nella stessa macchina, a meno che entrambi siano predisposti per convivere pacificamente assieme. In generale, GNU/Linux funziona correttamente se vengono usati, alternativamente, anche altri sistemi sullo stesso elaboratore, ma possono essere gli altri sistemi operativi che non sono in grado di fare altrettanto.

Nel caso si preferisca evitare di modificare il settore di avvio del disco fisso attraverso GRUB, si può sempre avviare la partizione contenente la copia di nanoLinux con l'aiuto del CD-ROM o del DVD-ROM, indicando, in questo caso, la sigla hda2 all'avvio.

Al termine della copia, oltre a predisporre il sistema di avvio, è necessario intervenire in alcune parti della configurazione; per la precisione è necessario verificare il file /etc/fstab, all'interno del quale conviene anche indicare la partizione contenente la memoria virtuale. Si tratta delle prime tre righe, che in questo caso devono risultare alla fine nel modo seguente:

/dev/hda1   none                 swap   sw                           0   0
/dev/hda2   /                    auto   defaults,errors=remount-ro   0   1
/dev/hda2   /CD-ROOT/HD-ROOT     auto   defaults,noauto              0   0

Si osservi che è necessaria l'indicazione di due punti di innesto associati allo stesso file di dispositivo: rimontando la partizione anche nella directory /CD-ROOT/nanoLinux/ è possibile poi ricreare un nuovo CD o DVD di nanoLinux, probabilmente dopo aver modificato qualcosa nella copia realizzata nella partizione del disco fisso.

Al termine dell'installazione, lo script elimina la parola d'ordine agli utenti comuni, in modo da non consentirne l'accesso, lasciando funzionante solo l'utenza dell'amministratore (root). Se prima dell'installazione la parola d'ordine è stata cambiata, questo cambiamento viene mantenuto anche nella copia che viene installata. Se la parola d'ordine dell'utente root non è stata cambiata prima dell'installazione, alla prima occasione è necessario farlo, associandone eventualmente una agli utenti comuni che si vogliono usare. Si tenga conto anche del fatto che il sistema operativo che si ottiene installando nanoLinux prevede l'avvio automatico del servente OpenSSH, pertanto chiunque potrebbe accedere all'utenza root se la parola d'ordine originale non viene sostituita.

Se l'elaboratore in cui si lavora è connesso stabilmente a una rete locale, si può utilizzare il comando nanorc network config per le situazioni comuni, oppure si può arrivare anche a modificare lo script /etc/init.d/network; si osservi che questo file è molto diverso dallo standard delle distribuzioni GNU/Linux Debian, ma nulla vieta di riportarlo alla normalità (rinunciando ovviamente all'uso di nanorc per tutte le cose che riguardano in qualche modo la gestione della rete). In ogni caso, è opportuno modificare i file /etc/hostname e /etc/mailname. Per esempio, se il proprio elaboratore deve avere il nome di dominio dinkel.brot.dg, il file /etc/hostname deve contenere la stringa dinkel, mentre nel file /etc/mailname serve il nome di dominio completo.

Una volta installato nanoLinux, si può osservare che lo script startx torna a comportarsi come al solito; pertanto può essere necessario intervenire nel file di configurazione /etc/XF86Config, che in condizioni normali è predisposto per un adattatore grafico VESA, oppure si può usare il comando nanorc x config (in tal caso servono i privilegi dell'utente root), che consente di ricreare un file /etc/XF86Config adatto.

Attraverso il comando nanorc x config si ricrea il file /etc/XF86Config a partire da /etc/XF86Config.vesa, modificando il tipo di adattatore grafico e la mappa della tastiera. Dopo tale modifica, si utilizza startx nel modo normale.

Nel caso si intenda utilizzare il sistema APT (capitolo 34) per fare delle modifiche sui pacchetti installati o per procedere a un aggiornamento di questi, si ricordi di modificare il file /etc/apt/sources.list, indicando valori appropriati al proprio contesto.

16.4   Salvataggio e recupero della configurazione

Durante il funzionamento da CD-ROM o da DVD-ROM è possibile intervenire su alcuni file di configurazione, sia a mano, sia con l'aiuto dello script nanorc. Questi file si trovano a partire dalla directory /ramdisk/etc/ (ovvero /etc/, che è esattamente la stessa cosa) e possono essere salvati prima dell'arresto del sistema, in un dischetto o in una partizione che risulta accessibile. Si ottiene questo con il comando nanorc config save:

.----------Save configuration------------.
| Please insert the device file where    |
| you want to save your configuration.   |
| For example, "dev/fd0" is the first    |
| floppy, "/dev/hda1" is the first       |
| partition inside the first ATA hard    |
| disk:                                  |
| .------------------------------------. |
| |/dev/fd0                            | |
| `------------------------------------' |
|----------------------------------------|
|         <  OK  >     <Cancel>          |
`----------------------------------------'

Si possono usare file di dispositivo /dev/fd0, /dev/fd1, da /dev/hda1 a /dev/hda17, da /dev/sda1 a /dev/sda17, perché all'avvio il file usato per salvare tali dati viene cercato, nell'ordine, in questi dischi e partizioni (si osservi che i file di dispositivo /dev/sdan si intendono riferiti a dischi USB esterni, perché in questa fase dell'avvio non sono ancora stati caricati i moduli che potrebbero consentire l'accesso a un'unità SCSI vera e propria). Per la precisione, il file si chiama nlnx3cfg.tgz ed è proprio un archivio compresso tar+gzip.

Si osservi che in questo modo vengono archiviati e recuperati anche alcuni script che potrebbero essere modificati a mano. Per questa ragione, un archivio del genere è utile solo se riferito precisamente alla stessa edizione di nanoLinux per la quale è stato realizzato; pertanto, all'avvio, se viene identificato un file del genere che però non corrisponde nella versione, non viene utilizzato.

Attraverso questo meccanismo è possibile modificare in particolare i file /etc/init.d/rc.hardware e /etc/init.d/rc.local. Può essere utile modificare il file /etc/init.d/rc.hardware aggiungendo in coda le istruzioni necessarie a caricare il modulo del kernel di una vecchia scheda di rete ISA; per esempio, nel caso di una scheda di rete NE2000, l'istruzione potrebbe essere modprobe ne io=0x300. Per quanto riguarda /etc/init.d/rc.local, tra le altre cose si potrebbero aggiungere in coda delle istruzioni che modificano i permessi dei file di dispositivo contenuti a partire dalla directory /dev/.

16.5   Realizzazione di un CD-ROM o un DVD-ROM simile, a partire da nanoLinux

nanoLinux esiste con lo scopo di poter essere adattato facilmente alle proprie esigenze, aggiungendo e togliendo pacchetti a seconda dei bisogni. Attualmente è possibile fare questo da una copia di nanoLinux su una partizione di un disco fisso, realizzata come spiegato in questo capitolo.

Una volta fatte le modifiche che si desiderano, si può usare il comando nanorc nanolinux make, senza argomenti, il quale monta il file system principale nella directory /CD-ROOT/nanoLinux/ ed esegue le altre operazioni necessarie, dopo aver ottenuto alcune informazioni indispensabili:

nanorc nanolinux make[Invio]

.-----------------------------nanoLinux III--------------------------------.
| If your CD/DVD writer is an ATAPI (IDE) one, this system must have been  |
| started, giving the following option at kernel boot:                     |
|                                                                          |
|     hdx=ide-scsi                                                         |
|                                                                          |
| Obviously, the "x" means a letter from "a" to "d".                       |
| For example, if the CD/DVD writer is located at /dev/hdc, the right      |
| kernel option is:                                                        |
|                                                                          |
|     hdc=ide-scsi                                                         |
|                                                                          |
| It might be a good idea to reset the ~postgres/ directory with:          |
|                                                                          |
|     # nanorc postgresql init                                             |
|                                                                          |
| Producing the new CD/DVD-ROM requires a lot of free space inside '/tmp/'.|
|                                                                          |
| Should I continue?                                                       |
|--------------------------------------------------------------------------|
|                       < Yes >            < No  >                         |
`--------------------------------------------------------------------------'

Come avverte il riquadro iniziale, prima di poter avviare la procedura di creazione del nuovo CD-ROM, occorre verificare che ciò sia possibile. Per esempio, se il masterizzatore è di tipo ATAPI (IDE), è necessario avviare il sistema con l'opzione hdx=ide-scsi.

Dopo l'avvertimento iniziale, viene richiesto di specificare quale programma si desidera usare per la scrittura del disco; naturalmente la scelta dipende anche dal tipo di disco utilizzato. Si osservi che l'elenco dei programmi dipende da quali sono installati effettivamente; per esempio, nel caso di nanoLinux II è probabile che ce ne sia uno solo:

.----CD/DVD burn program------.
| Please, select the CD/DVD   |
| burner.                     |
| .-------------------------. |
| |   cdrdao     CD-ROM     | |
| |   cdrecord   CD-ROM     | |
| |   dvdrecord  DVD-ROM    | |
| |   growisofs  DVD+-ROM   | |
| `-------------------------' |
|-----------------------------|
|     <  OK  >   <Cancel>     |
`-----------------------------'

A seconda del programma scelto, può essere necessario specificare il tipo di masterizzatore; nella maggior parte dei casi va bene il primo tipo in elenco. In questo caso si suppone sia stato scelto precedentemente il programma cdrdao:

.-----------------CD driver-------------------.
| Please, select the CD driver.               |
| .-----------------------------------------. |
| |   generic-mmc-raw  Most common driver   | |
| |   generic-mmc      Very common driver   | |
| |   cdd2600                               | |
| |   plextor                               | |
| |   plextor-scan                          | |
| |   ricoh-mp6200                          | |
| |   sony-cdu920                           | |
| |   sony-cdu948                           | |
| |   taiyo-yuden                           | |
| |   teac-cdr55                            | |
| |   toshiba                               | |
| |   yamaha-cdr10x                         | |
| `-----------------------------------------' |
|---------------------------------------------|
|           <  OK  >      <Cancel>            |
`---------------------------------------------'

Una volta specificato il programma e il tipo di masterizzatore, occorre individuare le coordinate SCSI del masterizzatore stesso. Tuttavia, alcuni programmi richiedono le coordinate secondo lo stile di Cdrecord, altri si accontentano del file di dispositivo. Per poter indicare le coordinate SCSI, occorre verificare in che ordine sono stati rilevati i vari componenti; se non si dispone di componenti SCSI veri e propri, è probabile che il masterizzatore ATAPI con emulazione SCSI sia l'unica voce disponibile, corrispondente alle coordinate 0,0,0. L'esempio seguente si riferisce invece a una situazione piuttosto varia:

.--------------------------SCSI CD writer device-----------------------------.
| Please insert the SCSI CD writer device like this: "0,1,2" (BUS,ID,LUN).   |
| For example, "Host: scsi1 Channel: 02 Id: 03 Lun: 04" becomes: "1,3,4".    |
|                                                                            |
| Your /proc/scsi/scsi reports the following text.                           |
|                                                                            |
| Attached devices:                                                          |
| Host: scsi0 Channel: 00 Id: 03 Lun: 00                                     |
|   Vendor: TEAC     Model: CD-R55S          Rev: 1.0E                       |
|   Type:   CD-ROM                           ANSI SCSI revision: 02          |
| Host: scsi1 Channel: 00 Id: 00 Lun: 00                                     |
|   Vendor: HL-DT-ST Model: CD-RW GCE-8400B  Rev: 1.02                       |
|   Type:   CD-ROM                           ANSI SCSI revision: 02          |
| Host: scsi2 Channel: 00 Id: 00 Lun: 00                                     |
|   Vendor: IBM-DJSA Model: -210             Rev: AB8A                       |
|   Type:   Direct-Access                    ANSI SCSI revision: 02          |
| .------------------------------------------------------------------------. |
| |                                                                        | |
| `------------------------------------------------------------------------' |
|----------------------------------------------------------------------------|
|                       <  OK  >            <Cancel>                         |
`----------------------------------------------------------------------------'

In questo caso, supponendo di voler usare il masterizzatore identificato con la stringa HL-DT-ST, bisognerebbe indicare le coordinate 1,0,0.

Come già accennato, fortunatamente ci sono anche casi in cui è sufficiente il nome del file di dispositivo:

.-----------SCSI DVD writer device--------------.
| Please insert the SCSI DVD writer device as   |
| requested by Growisofs.                       |
| The device file might be "/dev/sr0",          |
| "/dev/sr1" and so on, or maybe "/dev/scd0",   |
| "/dev/scd1" and so on.                        |
| .-------------------------------------------. |
| |/dev/sr0                                   | |
| `-------------------------------------------' |
|-----------------------------------------------|
|           <  OK  >      <Cancel>              |
`-----------------------------------------------'

Successivamente si deve specificare la velocità massima da usare per la masterizzazione:

.----------SCSI CD/DVD writer speed-------------.
| Please insert the SCSI CD/DVD writer speed.   |
| To get better compatibility, select "4" or    |
| below for CD, or "1" for DVD.                 |
| If you are preparing a DVD+RW, you might      |
| select also "2.4" speed.                      |
| .-------------------------------------------. |
| |1                                          | |
| `-------------------------------------------' |
|-----------------------------------------------|
|           <  OK  >      <Cancel>              |
`-----------------------------------------------'

Infine viene richiesto di specificare la versione del CD:

.---nanoLinux III release---.
| Please insert the         |
| nanoLinux III release     |
| identification string:    |
| .-----------------------. |
| |                       | |
| `-----------------------' |
|---------------------------|
|   <  OK  >    <Cancel>    |
`---------------------------'

Il processo di creazione dell'immagine del CD-ROM passa anche per la compressione di una parte del file system; ciò può richiedere la disponibilità di una grande quantità di memoria virtuale.

Lo script usato per la masterizzazione, prima di questo si occupa di sistemare alcune cose, come la cancellazione della directory temporanea e la creazione di una directory etc/ adatta.

I file /etc/passwd e /etc/group vengono copiati nell'immagine del CD-ROM eliminando prima le utenze con numero UID da 1 000 a 9 999 (si osservi che gli utenti tizio e gli altri previsti per nanoLinux hanno numeri UID inferiori); il file /etc/shadow viene ricreato in base a un modello prestabilito nello script nanorc. In questo modo si dovrebbe riprodurre un CD-ROM con le stesse utenze di partenza, tutte con la stessa parola d'ordine, evitando di costringere a fare altrettanto nel sistema operativo installato nel disco fisso.

16.6   file system compresso

Nelle edizioni attuali di nanoLinux, a eccezione di alcuni file, il file system del CD-ROM contiene dati compressi. Per la precisione sono esclusi dalla compressione i file contenuti nella directory isolinux/ e i file di accompagnamento, che devono risultare leggibili in tutte le condizioni di utilizzo.

Per ottenere la compressione dei dati si usano le estensioni Zisofs, specifiche dei sistemi GNU/Linux (nel capitolo 84 viene descritto il funzionamento di questo sistema di compressione).

16.7   Memoria virtuale

Attraverso lo script nanorc è possibile creare facilmente un file in una partizione disponibile per la gestione della memoria virtuale. Questo file viene riconosciuto all'avvio perché ha il nome nlnx3tmp.swp; pertanto, può anche essere creato manualmente, purché si sia in grado di farlo.

Eventualmente, nella directory radice del sistema funzionante da CD-ROM, si trovano due file compressi, nlnx3tmp.gz e nlnx3tmp.zip, che contengono un file da 64 Mibyte, inizializzato per la memoria virtuale. Questi file possono essere collocati nella partizione appropriata, anche con l'ausilio di un altro sistema operativo, provvedendo naturalmente a estrarli, assicurandosi di ottenere il file nlnx3tmp.swp, come previsto. Questo accorgimento si rende necessario particolarmente per poter utilizzare a tale proposito una partizione contenente un file system NTFS, che con i kernel 2.6 consente la modifica di file già esistenti, purché non si cambi la loro dimensione.

16.8   Applicativi disponibili

Nelle tabelle seguenti si riassumono brevemente gli applicativi principali che sono contenuti nel CD-ROM di nanoLinux III (l'elenco non è completo), assieme alle note essenziali sull'uso degli script che lo accompagnano. Si osservi che nanoLinux IV ha moltissimi applicativi in più.

Tabella 16.2. Riepilogo degli applicativi più importanti che sono presenti nel CD-ROM di nanoLinux III. La prima colonna indica il livello a partire dal quale sono disponibili.

Applicativi Annotazioni
VI Programma tradizionale per la creazione e la modifica dei file di testo (capitolo 99).
Midnight Commander (mc, mcedit) Shell molto sofisticata con programma di modifica di file di testo integrato (capitolo 100).
Perl Interprete Perl (parte lix).
Gcc, FreePascal Compilatori (parti lix, lvii e lviii).
Tar, Gzip, Bzip2, Zip Programmi per l'archiviazione dei dati (capitolo 91).
Raidtools Programmi per la creazione e gestione di dischi RAID attraverso una gestione software (capitolo 85).
Aumix, Grip, Xwave, Timidity, MP3blaster, Gtv Programmi per l'accesso alle funzionalità audio e per la riproduzione di formati audio e video (parte lxxii).
Antiword, Catdoc Lettura di file in formato Winword (capitolo 344).
Gnumeric Foglio elettronico (capitolo 126).
MagicPoint Programma di presentazione (capitolo 128). Si avvia da una finestra di terminale (con l'eseguibile mpg), indicando il file della presentazione.
PostgreSQL DBMS (capitolo 389). Si attiva la gestione delle basi di dati con il comando startpostgresql e si disattiva con droppostgresql (con i privilegi dell'utente root).
Mathopd, Webalizer, ht://Dig, PHP Servente HTTP, analisi statistica degli accessi, indicizzazione dei dati, interprete PHP (capitoli 186, 194 e 193).
OOPS Proxy HTTP (capitolo 200).
OpenBSD FTP Servente FTP (capitolo 173).
Links, Wget Programmi per la navigazione ipertestuale con il protocollo HTTP.
Mozilla Programma grafico per la navigazione ipertestuale con il protocollo HTTP.
Amaya Programma per la scrittura visuale di documenti in formato HTML e per la loro composizione tipografica (parte l).
Exim MTA (capitolo 180). Gli indirizzi di posta elettronica che contengono indirizzi IPv4, devono essere racchiusi tra parentesi quadre, tipo: tizio@[192.168.1.2].
Balsa, Mutt, Mailx (mail) MUA per l'invio e la lettura di messaggi di posta elettronica, aderenti al formato Unix mailbox (capitolo 175).
Bind Servente DNS (capitolo 145). Alcuni file di configurazione possono essere modificati a scopo didattico.
DHCP ISC Servente e cliente DHCP (capitolo 162).
Host, Dig, Whois Programmi per consultare il DNS.
Gnuplot Programma per il disegno di funzioni (parte xxvi).
Xfig, Gimp, ImageMagick Programmi di disegno e di fotoritocco (capitoli 129 e 125).
SANE Gestione dello scanner e delle fotocamere digitali.
Ghostscript, Ghostview, GV, Xpdf Programmi per la conversione e la visualizzazione del formato PostScript e PDF (parte xxi).
OpenSSH Servente e cliente per il protocollo SECSH (capitolo 228). Il demone che svolge il ruolo di servente deve essere avviato esplicitamente: /etc/init.d/ssh start.
Netstat, IPTraf, Ethereal, Psad Applicativi per il controllo e lo studio pratico delle reti (capitolo 216).
Ethereal, Psad Applicativi per il controllo e lo studio pratico delle reti (capitolo 216).
VNC Servente e cliente VNC (capitolo 118).
teTeX Sistema di composizione tipografica (volume III). Dal CD-ROM è possibile usare TeX solo dopo il comando starttexmf e poi si può recuperare memoria con droptexmf (con i privilegi dell'utente root).

Tabella 16.3. Riepilogo dei programmi e degli script specifici di nanoLinux.

Comando Descrizione

nanolinux

Visualizza la guida interna.

appunti

Scorre a video Appunti di informatica libera in formato testo.

minilpr -Pnome_filtro_di_stampa[-{p|u}[n]]

Avvia una stampa senza usare la coda di stampa (senza lpd). In questo caso si usa l'opzione -P seguita dal nome del filtro, dove la lettera «p» indica un collegamento a una porta parallela, mentre la lettera «u» indica l'uso di una porta USB; inoltre, il numero finale consente si selezionare quale porta: zero nel caso della prima, ma è anche predefinito, uno nel caso della seconda.

txt2ps file_di_testo

cat file_di_testo | txt2ps > file_ps

Converte un file di testo in un file PostScript, con margini adeguati.

htmlcheck file_html

html3check file_html

html4check file_html

xhtmlcheck file_xhtml

Verifica la correttezza sintattica di un file HTML, o XHTML.

firewall-on

firewall-off

Si tratta di due script modificabili (anche durante l'uso da CD-ROM) per attivare e disattivare alcune politiche di filtro di pacchetti. Si tratta di esempi per facilitare la sperimentazione; le regole che appaiono inizialmente sono compatibili con Psad.

vncrc

Menù per l'utilizzo di VNC.

nanorc

Menù per la configurazione e l'utilizzo delle funzionalità più importanti di nanoLinux.

Tabella 16.4. Utilizzo di nanorc. In quasi tutti i casi occorre intervenire in qualità di utente root.

Comando Descrizione

nanorc mouse config

Configurazione facilitata per l'uso del mouse.

nanorc locale config

Configurazione facilitata della localizzazione, in modo particolare per l'uso da console.

nanorc x config

Crea un file /etc/X11/XF86Config, a partire da /etc/X11/XF86Config.vesa, consentendo di specificare il tipo di adattatore grafico.

nanorc printer config

Consente di ricreare il file /etc/printcap impostando la coda di stampa predefinita per la stampante che si usa in un certo momento.

nanorc vga config

Crea un file /etc/vga/libvga.config, a partire da /etc/vga/libvga.config.vesa, consentendo di specificare il tipo di adattatore grafico.

nanorc mta config

nanorc-config-exim

Aggiorna il file /etc/exim/exim.conf di Exim in base all'indirizzo assegnato all'interfaccia ppp0 o eth0. Durante il funzionamento da CD-ROM, viene avviato automaticamente da Cron a intervalli regolari.

nanorc mta sender

Definisce il mittente per i messaggi di posta elettronica che vengono trasmessi (il campo From:). Questo script si avvale di config-exim per rigenerare la configurazione di Exim.

nanorc ppp on

nanorc ppp off

Apre e chiude una connessione PPP con l'uso di un modem esterno collegato alla porta seriale.

nanorc network config

Configurazione facilitata per l'accesso alla rete locale.

nanorc freeaccess allow

nanorc freeaccess deny

Attiva o disattiva i serventi NFS e SSH.

nanorc nis-home start

nanorc nis-home stop

Attiva o disattiva il collegamento con un servente NIS e NFS, per acquisire delle utenze esterne assieme alle directory personali relative.

nanorc nis-server config

nanorc nis-server unconf

Attiva o disattiva il funzionamento in qualità di servente NIS.

nanorc nis stop

Disattiva le funzioni NIS (sia come servente, sia come cliente).

nanorc dhcp-server config

nanorc dhcp-server unconf

Attiva o disattiva il funzionamento in qualità di servente DHCP.

nanorc dhcp-server edit

Modifica la configurazione del servente DHCP, intervenendo nel file di configurazione in modo libero.

nanorc ssh hostkey

nanorc ssh rootkey

nanorc ssh userkey

Crea delle chiavi SSH nuove per l'elaboratore, per l'utente root o per l'utente.

nanorc rdate config

Specifica a quale elaboratore rivolgersi per la sincronizzazione dell'orario del proprio.

nanorc log-server config

Specifica a quale elaboratore inviare copia del proprio registro del sistema.

nanorc cdrom-dir [directory]

nanorc cdrom-DIR [directory]

Procede alla creazione di una copia della directory indicata, o della directory corrente, in un CD-ROM o in un DVD-ROM. Se si usa il secondo comando, vengono aggiunte le estensioni Joliet.

nanorc cdaudio-dir [directory]

Procede alla creazione di un CD audio a partire dal contenuto della directory indicata, o della directory corrente. I file contenuti nella directory devono essere file audio WAV-RIFF, MP3, OGG o file MIDI. Per funzionare, devono essere presenti anche i programmi di conversione appropriati.

nanorc cdrom blank

nanorc cdrom blankfast

Reinizializza un CD o un DVD riscrivibile. La seconda modalità esegue una cancellazione minima.

nanorc cd copy

Esegue una copia del CD, tale e quale.

nanorc mnt make

Crea la struttura standard di nanoLinux per la directory /mnt/. La creazione delle sottodirectory avviene a partire dalla directory corrente.

nanorc sound config

Riconfigura il sistema ALSA. In condizioni normali, non dovrebbe essere necessario farlo.

nanorc postgresql start

nanorc postgresql stop

Durante il funzionamento da CD o da DVD, attiva o disattiva PostgreSQL. La disattivazione fa perdere tutti i dati inseriti.

nanorc config save

nanorc config load

Salva o recupera la configurazione, durante il funzionamento da CD o da DVD.

nanorc swap make

Crea un file per lo scambio della memoria virtuale e la attiva.

nanorc nanolinux install

Installa nanoLinux in una partizione già preparata.

nanorc nanolinux make

Crea un nuovo CD o DVD di nanoLinux.

nanorc postgresql init

Ricrea la directory ~postgres/ cancellando tutti i dati precedenti; può essere usato soltanto se installato nel disco fisso; richiede i privilegi dell'utente root.

nanorc mirror edit1

nanorc mirror edit2

nanorc mirror edit3

Modifica l'elenco degli elaboratori del gruppo rispettivo di sincronizzazione.

nanorc mirror shutdown

nanorc mirror reboot

Spegne o riavvia tutti gli elaboratori previsti nei tre gruppi di sincronizzazione.

nanorc mirror sync1

nanorc mirror sync2

nanorc mirror sync3

Avvia la sincronizzazione degli elaboratori del gruppo rispettivo.

nanorc mirror sync1s

nanorc mirror sync2s

nanorc mirror sync3s

Avvia la sincronizzazione di un solo elaboratore del gruppo rispettivo.

nanorc mirror syncfull

Avvia la sincronizzazione di tutti gli elaboratori previsti nei tre gruppi di sincronizzazione.

nanorc mirror newkey

Cambia le chiavi usate per la sincronizzazione e le invia agli elaboratori dei tre gruppi.

nanorc user add

nanorc user del

Aggiunge o elimina un'utenza.

nanorc user passwd

Cambia la parola d'ordine di un utente.

nanorc user unixadd

nanorc user unixdel

nanorc user unixpasswd

Aggiunge un'utenza, la elimina o gli cambia la parola d'ordine, intervenendo solo nella parte "Unix", ovvero nei file /etc/passwd, /etc/group, /etc/shadow e nella directory personale. Si trascura in pratica la gestione eventuale di Samba.

nanorc user smbadd

nanorc user smbdel

nanorc user smbpasswd

Aggiunge un'utenza, la elimina o gli cambia la parola d'ordine, intervenendo solo nella parte relativa a Samba.

disk-space edit

Indica un limite di spazio su disco per le utenze.

nis-server-users edit

Per motivi di sicurezza, indica quali utenti comuni possono accedere direttamente all'elaboratore che offre il servizio NIS.

16.9   Considerazioni su nanoLinux

nanoLinux è un sistema GNU/Linux per CD-ROM o DVD-ROM utile per la didattica o per chi vuole avvicinarsi all'uso di un sistema Unix, quando si comprende che la grafica va usata solo quando serve o quando è utile effettivamente. In questo senso, anche le voci del menù disponibile con il sistema grafico, richiamano sempre l'istruzione da impartire attraverso la riga di comando, proprio per far capire ciò che si sta facendo e facilitarne la memorizzazione.

nanoLinux non può gestire tutto l'hardware esistente, anche quando, teoricamente, un sistema GNU/Linux standard potrebbe farlo, perché è organizzato per funzionare senza bisogno di una configurazione dettagliata. Di conseguenza, anche se nanoLinux è realizzato per adattarsi al funzionamento degli elaboratori più comuni di architettura i386, componenti come modem o stampanti «Win», che richiedono un protocollo di comunicazione specifico, risultano inutilizzabili.

Di fronte alla necessità di utilizzare hardware così ostile, conviene tentare piuttosto con altre distribuzioni autoavviabili, anche se la loro complessità impedisce in pratica l'adattamento per le proprie eventuali esigenze particolari.

Appunti di informatica libera 2004.10.10 --- Copyright © 2000-2004 Daniele Giacomini -- <daniele (ad) swlibero·org>, <daniele·giacomini (ad) poste·it>


1) nanoLinux   GNU-GPL; i singoli applicativi sono sottoposti eventualmente alle loro condizioni specifiche

2) Se si dispone di una stampante collegata alla porta parallela, questa potrebbe emettere una pagina con alcuni simboli senza significato, a causa dei tentativi del kernel.

3) La parola d'ordine viene inserita senza poterla vedere sullo schermo.

4) La parola d'ordine viene inserita senza poterla vedere sullo schermo.


Dovrebbe essere possibile fare riferimento a questa pagina anche con il nome nanolinux_introduzione.html

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